Le bellezze del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Elenco dei contenuti

In quale regione si trova il Parco Nazionale dei Monti Sibillini?

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si estende in una vasta zona a cavallo tra la regione Umbria e le Marche e comprende le provincie di Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e Perugia. Il parco comprende un’area montuosa di grande interesse che ospita oltre 20 vette che superano i 2000 metri di altezza, di cui il Monte Vettore, con i suoi 2476 metri, è la vetta più alta situata nella regione Marche con una conformazione a forma di “U”.

A quota 1940 metri, sotto la cima del monte, si trova uno specchio d’acqua dalle origini millenarie: il lago di Pilato.

Questo lago di origini glaciali e dalla forma  inusuale è conosciuto anche come “il lago con gli occhiali”.

Tra i monti che offrono paesaggi mozzafiato, oltre al Vettore, troviamo in successione: la Cima del Redentore 2448 metri, il Monte Priora 2333 metri, il Monte Porche 2233 metri, Monte Bicco 2200 metri, Monte Argentella 2201 metri, Monte Sibilla 2173 metri, Monte Bove 2169 metri, Palazzo Borghese 2145 metri, Monte Rotondo 2102 metri, Monte Cardosa 1810 metri ed infine il Monte Prata e il Cornaccione che rispettivamente segnano i 1800 e 1769 metri.

Ai piedi del Monte Sibilla, si trova la misteriosa e suggestiva Gola dell’Infernaccio, che apre il passaggio al Monte Priora, detta anche Pizzo della Regina, dove all’interno la storia narra che vivesse la Regina delle Fate. Deve il suo nome al priore che fece erigere sulla sua vetta, l’eremo di San Leonardo, abitato in epoche successive dai frati camaldolesi.

La cima del Redentore, la terza montagna per altezza della catena montuosa del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dopo il Monte Vettore ed il Monte Priora, si erge a cavallo tra le provincie di Perugia e Ascoli Piceno.

Addentiamoci ora in questi paesaggi dall’aura mitologica, laddove l’aria rarefatta rivela leggende e dove spirano venti di racconti di dee incantatrici e signori prodigiosi che accesero, per millenni, la fantasia ed il desiderio di cavalieri erranti, negromanti, artisti e cantastorie, alla ricerca di verità che echeggiavano attorno a questi famosi Monti Azzurri.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini storie e leggende

Dalla notte dei tempi, la conformazioni dei luoghi ha alimentato numerose leggende e la più famosa è sicuramente quella sibillina. In quanto luogo di passaggio, questi monti hanno fatto da sfondo a cavalieri erranti che arrivavano da ogni dove alla ricerca della grotta della Sibilla.

La storia di queste vette ha ispirato per secoli artisti e cantastorie, come, per citarne alcuni: Antoine de la Sale, Harold de Arff, Andrea da Barberino con il suo “Guerrin Meschino”, fino ai nostri giorni dove il grande poeta di Recanati, Giacomo Leopardi, influenzato dal paesaggio marchigiano, li incorniciava con le sue poetiche parole, affacciandosi dalla finestra del suo palazzo e li chiamava “li Monti Azzurri”.

Perché i Monti Sibillini si chiamano così?

La Sibilla (dal greco sibylla) si pensava fosse una profetessa o un oracolo che vivesse in questi luoghi, dentro ad una grotta nascosta. Il suo dono era quello di fornire responsi criptici a specifiche domande, e non, come alcuni pensavano, quello di predire il futuro.

Anticamente esistevano molte sibille: Sibilla cumana, Sibilla persica, Sibilla frigia, Sibilla tiburtina ed il loro nomi si sono intrecciati con le storie che hanno ispirato anche gli artisti del periodo rinascimentale e barocco, come Raffaello e Michelangelo, che le dipingevano nei loro affreschi.

La nostra Sibilla, quella appenninica, abitatrice dell’omonimo monte Sibilla, compare solo nei dipinti rinvenuti nella Chiesa della Madonna dell’Ambro. Oggi viene chiamata la Sibilla alchemica, o la Sibilla chimica, strana e diversa rispetto alle altre, perché, le storie narrano che chiunque venisse a contatto con questa profetessa raggiungesse una coscienza superiore rispetto all’uomo terreno, tanto da risultare come “stregato” da questa figura.

Altre leggende narrano che la Sibilla fosse una maestra della filatura e della tessitura e che scendesse a valle per insegnare alle donzelle queste antiche tecniche. In altre narrazioni si pensava che la Sibilla si fosse rifugiata nella grotta alla sommità del monte, indispettita ed arrabbiata perché  non era stata scelta come madre di Gesù.

In altre si racconta che la Sibilla provenisse dal Medio Oriente e che fosse l’incarnazione della dea Cibele, la quale venne portata a Roma ad opera dei soldati romani.

In vecchi testi storici, non si parla solo dell’oracolo che abitava il Monte Sibilla, ma si attribuisce anche un’accezione particolare allo stesso monte che la ospitava. Infatti si pensava che la vetta del Monte Sibilla fungesse da “spartiacque” tra i due mari che si trovano da un lato a l’altro della Penisola.

La cima di questo monte, è stata per secoli paragonata ad una “corona”, in quanto la sua sommità è circondata da roccia rosata scoscesa che, priva di vegetazione, crea una sorta di muro di cinta, assumendo la caratteristica forma a “corona”.

La storia narra che nell’antro del Monte Sibilla, a pochi metri della cima, fosse presente proprio la grotta sibillina. Gli avventurieri che si addentravano potevano rimanere al massimo un anno all’interno, pena la dannazione eterna.

L’ingresso era riservato solo a grandi cavalieri e personaggi coraggiosi, ai quali la Sibilla doveva riconoscere grandi doti e virtù nel cuore. A chi non era in possesso di questi doni, si richiudeva l’ingresso della grotta.

Oggi l’ingresso della grotta non è più visibile, dopo il crollo di una parte della facciata. Questo viene inteso come una metafora di una società che oggi non possiede più cavalieri dotati di grandi virtù.

Un altro luogo ricco di magia è il lago di Pilato, ambientazione della leggenda secondo cui il corpo di Ponzio Pilato sarebbe custodito in fondo a questo specchio d’acqua. Infatti,  dopo essere stato condannato a morte dall’imperatore Tiberio, il corpo del prefetto era stato caricato su un carro trainato da due buoi. Mentre percorreva la cresta del Monte Redentore,  il cocchiere perse il controllo della diligenza e rovesciò il carico nelle acque del laghetto, che da questa narrazione prese il nome.

Alla base del monte Vettore si estendono le fiorite Piane di Castelluccio. Questo altopiano offre la veduta della facciata del monte sulla quale si può notare una faglia, una spaccatura, una strada, oggi chiamata la strada delle fate. La storia narra che le fate fossero dei personaggi bellissimi che scendevano a valle a ballare durante le feste paesane.

Una mattina, al rientro, il sole le/li sorprese, mostrando agli abitanti del posto i loro piedi caprini. Questi, dunque, correndo per rifugiarsi nelle loro dimore, hanno creato la spaccatura che, da quel momento, è nota con il nome di “strada delle fate”.

Parco Nazionale Monti Sibillini

Monti Sibillini: cosa vedere

Il comprensorio dei Monti Sibillini racchiude in sé svariati luoghi incantevoli. Non solo paesaggi montani, ma anche laghi e piccoli borghi sono da sempre mete per appassionati di trekking, di passeggiate e per scopritori di luoghi suggestivi:

I punti di Interesse principali:

  • Lago di Pilato
  • Santuario di Macereto
  • Eremo di san Leonardo e i frati certosini
  • Santuario della Madonna dell’Ambro
  • Il giardino delle Farfalle Montalto di
  • Cessapalombo
  • Sull’altopiano di Castelluccio, in primavera, si svela lo spettacolo della fioritura e il famoso bosco a forma d’Italia
  • Gole dell’Infernaccio
  • Forca di Presta
  • del monte Vettore
  • Monte Sibilla
  • Anello del monte Bove
  • Foce
  • Lago di Fiastra

Percorsi Trekking

Il “Grande Anello dei Sibillini“: il percorso completo ha una forma circolare ed ha una lunghezza totale di circa 120 chilometri. Lungo il cammino, possono essere suddivise 9 tappe imperdibili.

  • Primo percorso: la via dei Pellegrini. Questo sentiero parte da Visso ed arriva a Cupi, comprendendo una escursione di circa 12 km, con un tempo di percorrenza di circa 4,5 ore. Lungo il cammino è imperdibile una visita al santuario di Macereto e la splendida vista della parete nord del Monte Bove.
  • Secondo percorso: Percorso che parte da Cupi ed arriva a Fiastra, per un totale di 11 km, con un tempo di percorrenza di circa 4 ore. Lungo il cammino si possono ammirare  distese di pascoli ed il lago del Fiastrone.
  • Terzo percorso: la valle dei Monasteri. Il percorso inizia da Fiastra ed arriva a Monastero, per una lunghezza di 9 km, con un tempo di percorrenza di circa 3 ore. Percorrendo questo sentiero si possono ammirare dall’alto il  Lago del Fiastrone e la valle del Fiastrone. Imperdibile una visita all’Abbazia S.Salvatore e a Monastero.
  • Quarto percorso: Scorcio dalle vette al mare. Si parte da Monastero e si arriva a Garulla, per un totale di 18 km, con un tempo di percorrenza di circa 6 ore. Sarà possibile ammirare i prati di Ragnolo e le valli del Fargno.
  • Quinto percorso: si parte da Garulla e si arriva a Rubbiano, percorrendo circa 10 km, con un tempo di percorrenza di circa 4 ore. Sarà possibile ammirare il Monte Amandola, il Monte Priora, la valle dell’Ambro e del Tenna,la Gola dell’infernaccio.
  • Sesto percorso: parte da Rubbiano e arriva a Monte Gallo, estendendosi per 13 km, con un tempo di percorrenza di circa 5 ore. La partenza è fissata dal Monte Sibilla e, percorrendo la valle dell’Aso, si arriva alla frazione di Altino, dalla quale si gode una vista privilegiata del Monte Vettore.
  • Settimo percorso: inizia dal versante Est del Monte Vettore ed arriva fino a Forca di Presta, per un totale di 19 km, con un tempo di percorrenza di circa 5 ore e mezza.
  • Ottavo percorso: itinerario dei Piani di Castelluccio. Si estende dalla Cima del Redentore fino ai Campi Vecchio, con una lunghezza di 19,5 km e un tempo di percorrenza di circa 7 ore.
  • Nono percorso: La via tra Norcia e Visso, percorso che si estende per 9,5 km, con un tempo di percorrenza di circa 3 ore.

Per informazioni circa l’apertura dei percorsi e gli anelli presenti nel comprensorio, fare riferimento alla guida aggiornata presente sul sito ufficiale dell’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Come raggiungere il Parco Nazionale dei Monti Sibillini?

L’area del Parco dei Monti sibillini è molto vasta e i principali comuni che risiedono e che permettono di raggiungere il comprensorio sono:

Provincia di Macerata:     

  • Bolognola 
  • Castelsantangelo sul Nera   
  • Cessapalombo 
  • Fiastra
  • Pieve Torina
  • San Ginesio
  • Ussita
  • Valfornace
  • Visso

Provincia di Ascoli Piceno

  • Arquata del Tronto     
  • Montegallo
  • Montemonaco

Provincia di Fermo

  • Amandola
  • Montefortino

Provincia di Perugia

  • Norcia
  • Preci

Comuni compresi nei Monti Sibillini

Bolognola: Centro turistico sia estivo che invernale, ospita impianti sciistici nella Pintura di Bolognola, inoltre, trovandosi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini si presta a gite ed escursioni. Se invece siete appassionati di cultura potete visitare il centro storico, costituito da ben tre nuclei, risalenti al medioevo: Villa da Capo ( o Villa Malvezzi) a sud, Villa di Mezzo ( o Villa Pepoli) e Villa da Piedi (o Villa Bentivoglio) a nord.

Castelsantangelo sul Nera: Di costruzione medievale, la città conserva le antiche mura di cinta e le porte di accesso. Se volete fare un tuffo nella storia questa è la città perfetta: ricca di edifici sacri, come la chiesa trecentesca di Santo Stefano e quella cinquecentesca di San Sebastiano,avrete solo l’imbarazzo della scelta.

CessapalomboComune di montagna nella vallata del Fiastrone, in provincia di Macerata, ospita reperti della sua storia medievale, come il castello di Montalto, di cui restano ben tre cinte murarie, una torre di difesa e una cisterna medievale. Decorata al valor militare per le attività dei suoi partigiani, è famosa anche per la sua tradizione culinaria: ceci, lenticchie, farro, olio extra-vergine d’ oliva varietà Coroncina, carni bovine di razza Marchigiana e zafferano sono solo alcuni dei prodotti tipici che questa città può offrire.

Fiastra: La storia di questo comune si muove in parallelo con quella dell’Abbazia di San Salvatore in Rio Sacro. La chiesa parrocchiale di Rio Sacro, fondata dai benedettini nell’ anno 1000 è stata recentemente restaurata e contiene varie opere d’ arte come un gruppo di legno con la Madonna di Rio Sacro e il Bambino, risalente al XVI secolo. Inoltre è possibile effettuare passeggiate ed escursioni, per di più la presenza di cinque anelli di piste da fondo la rende una zona particolarmente gettonata per lo sci di fondo.

Pieve Torina: situata nell’ entroterra maceratese, proprio all’ interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è ricca di monumenti e luoghi di interesse, come la Pieve romanica di Santa Maria di Caspriano e il Museo della Nostra Terra, un museo etno-agricolo in cui sono stati ricostruiti gli ambienti delle case coloniche e delle botteghe artigiane. La città è ricca di attività artigianali tradizionali, come la lavorazione del ferro battuto. Inoltre sono molto rinomati i formaggi e salumi del territorio.

San Ginesio: posizionata in posizione sopraelevata, sul colle Esculano, San Ginesio non è solo ricca di cultura e luoghi sacri da visitare. Infatti, affacciandovi al “balcone sui Sibillini”: nelle giornate in cui il cielo è limpido si può ammirare il panorama, dal Gran Sasso fino al Conero. Uno degli edifici storici più interessanti è sicuramente il Teatro Comunale Giacomo leopardi, uno dei più belli delle Marche.

Ussita: il nome di questo comune deriva dall’ omonimo torrente che nasce nella Valle del Panico. Ricca di monumenti storici, presenta molte attrattive sia per le attività invernali che per quelle estive. Ussita ha gli impianti sciistici più importanti delle Marche, inoltre possiede un Palazzo del Ghiaccio, dotato di un enorme pista olimpionica. Inoltre trovandosi nel Parco dei Monti Sibillini le possibilità sono infinite: fra trekking, escursioni e nordic walking avrete solo l’ imbarazzo della scelta!

Valfornace: nella città si trova il Pievebovigliana-Museo, che ripercorre l’ intera storia sociale e artistica del territorio comunale, dall’ età preistorica ad oggi. Inoltre potreste visitare anche il sito archeologico industriale della Gualchiera-Tintoria Cianni. Quest’ ultimo è un raro esempio di manifattura produttiva legata alla follatura dei panni di lana, poi colorati con tinte naturali.

Visso: la città è un centro di montagna con un passato ricco di storia. Tra mura, torri, case medievali, palazzi gentilizi rinascimentali, Visso fa parte dell’ associazione de I Borghi più belli d’ Italia. Inoltre la città è ricca di delizie gastronomiche, come il ciauscolo, un salame spalmabile.

Arquata del Tronto: posizionato sul “versante magico” dei Sibillini, è un borgo pieno di tradizioni e storie fantastiche. Sui fianchi di queste montagne ci sono sentieri antiche che portavano alla Strada delle fate, alla Grotta della Sibilla, profetessa Appenninica, e al Lago di Pilato, dove si crede sia sprofondato il carro condotto dai buoi che trasportava, ingovernato, il corpo di Ponzio Pilato.

Montegallo: situata ai piedi del monte Vettore, la città di Montegallo fa parte della Comunità Montana del Tronto. La zona appenninica in cui si trova è rigogliosa e ricca di sentieri, antichi mulini, sorgenti d’ acqua e chiese rurali. Sicuramente da provare “il Cammino dei Mulini e dei Mietitori“.

Montemonaco: in provincia di Ascoli Piceno, è una città piacevole da visitare. Potreste passeggiare per le vie del borgo e arrivare alla Rocca per vedere il panorama. Inoltre potreste visitare il Lago di Pilato, chiamato anche “lago con gli occhiali” per la sua forma caratteristica, che è acnhe l’unico lago naturale delle Marche.

Amandola: la città deve il suo nome alla pianta del mandorlo che tempo prima doveva primeggiare nella zona. Inoltre è uno dei più importanti centri storico-culturali dei Monti Sibillini. Caratterizzata da un patrimonio ambientale e paesaggistico, presenta una moltitudine di paesaggi: tra montagne aspre e selvagge, valli disegnati dai fiumi e borghi antichi, potrete godervi appieno le attrazioni della città. Inoltre Amandola è famosa anche per “Diamanti a Tavola” , la Fiera del Tartufo Bianco Pregiato dei Sibillini. Da più di vent’ anni il centro storico è animato da stand enogastronomici al profumo di tartufo, oltre ai piatti della tradizione.

Montefortino: borgo abbracciato dai Monti Sibillini, presenta diverse attrattive, come il Santuario della Madonna dell’ Ambro e l’ Eremo di San Leonardo. Tra scorci panoramici e chiese medievali, potrete passeggiare per il centro storico, respirandone la cultura. Da non perdere la Sagra delle Cucciole, in dialetto marchigiano sono le lumache, perfette per chi ama i sapori decisi.

Norcia: città natale di San Benedetto, è ricca di edifici storici, come il Duomo di Santa Maria Argentea e la Chiesa di Sant’ Agostino. Una volta visitata la città, potrete superare le mura di cinta per effettuare ogni tipo di escursione: dal trekking all’ equitazione fino all’ escursionismo. Famosa in tutto il mondo per il Tartufo Nero, ha una tradizione culinaria fatta di formaggi di pecora, farro, zafferano, lenticchie di Castelluccio e funghi, in particolare i porcini. Inoltre sono specializzati nell’ arte norcino, una specializzazione nella lavorazione delle carni di maiale, con prodotti come il prosciutto di Norcia IGP e i saporiti salumi.

Preci: famoso per l’Abbazia benedettina di S. Eutizio, eretto su una roccia dove poggia il basamento medioevale, e sovrastato da un imponente campanile del XVII sec, è un raro esempio di monumento medievale. Un’ altro luogo di grande interesse è il Castello di Preci: più volte distrutto e ricostruito, ospitò persino un’importante scuola chirurgica. Inoltre potrete gustare i prodotti della Norcineria (salami e salamini, salsicce fresche e stagionate, capocolli, mortadella, salumi di daino, di cinghiale e lo zampone di cinghiale tartufato) e i formaggi di pecora farciti dal pregiato tartufo nero.

Parco Nazionale dei Monti Sibillini: flora e fauna

LA FAUNA DEL PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI

Faunisticamente il parco ospita specie assai rare ed importanti come il lupo grigio dell’Appennino (canis lupus italicus). Il suo pelo generalmente di colore grigio-fulvo, diventa più rossiccio durante il periodo estivo. Vive in questi luoghi anche l’aquila reale (Aquila crisaetus), il falco pellegrino, il camoscio appenninico, differente dal suo omonimo alpino in quanto presenta delle corna molto più lunghe. Questa specie era a rischio di estinzione fino al 1900, ma successivamente si sono applicate delle tecniche di controllo per scongiurare la scomparsa.

All’interno del Lago è presente un animale antichissimo: il chirocefalo bianco del Marchesoni (dal nome del suo scopritore). Questo è un piccolo crostaceo di origine planctonica che ha la caratteristica di nuotare con il dorso rivolto all’insù.

LA FLORA DEL PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI

Il grande comprensorio si dispiega nei 4 versanti dispone di una moltitudine di varietà che viene distribuita nei vari ambienti, alcune più diffuse, altre molto rare e localizzate solo dove l’habitat, i valori ambientali e le condizioni climatiche hanno permesso la loro crescita.

La ricca vegetazione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è formata da boschi di:

– roverella (Quercus pubescens) specie di quercia apprezzata sia in edilizia che in nautica;

– carpino nero (Ostrya carpinifolia) utilizzato come ornamento per parchi e giaridni;

– orniello (Fraxinus ornus) utile per il rimboschimento, come pianta ornamentale:

Al di sopra dei 1.000/1400metri prevalgono le faggete.

Spingendosi più in altezza, troviamo delle praterie altitudinali dove sono presenti specie assai rare di botaniche come la stella alpina dell’Appennino, la genziana appenninica o il salice nano, che è considerato l’albero più piccolo al mondo.

Di seguito le diverse specie di fiori e piante che crescono spontanee sui Monti Sibillini:

Fiordaliso (Centaurea cyanus / Cyanus segetum)

Papavero di Ernest Mayer (Papaver alpinum L.subsp. ernesti-mayeri Markgr.)

Verbasco (Verbascum thapsus l.)

Stella Alpina dell’Appennino (Leontopodium nivale)

Peonia Selvatica (Paeonia officinalis)

Anemone Alpina (Pulsatilla alpina L. Delarbre subsp. millefoliata)

Sassifraga Porosa (Saxifraga porophylla Berthol)

Garofano Selvatico (Diantus sylvestris)

Adonide Curvata (Adonis distorta Ten.)

Geranio Argentino (Geranium argenteum L.)

Camedrio Alpino (Dryas octopetala)

Genziana Maggiore (Gentiana Lutea L.)

Giglio Rosso (Lilium bulbiferum o Lilium croceum)

Genepì dell’Appennino o Assenzio Rupestre (Artemisia eriantha Te)

Specie di fiori e piante officinali utilizzate nel processo di distillazione del Gin Vettore:

Angelica (Angelica archangelica)

Melissa (Melissa officinalis)

Aneto (Anethum graveolens L.)

Assenzio (Artemisia absinthium)

Coriandolo (Coriandum sativum)

Ginepro (Juniperus communis)

Mela rosa dei Monti Sibillini nota come mela rosa marchigiana

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