Il Gin: che cos’e, come si fa e quali sono i migliori

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Nel grande mondo degli alcolici, vi sono alcuni prodotti che da sempre dominano la classifica generale di questo settore come ad esempio il Gin.

Ma cos’è effettivamente il gin e come viene prodotto per risultare così aromatico e adatto ad essere utilizzato per creare varie tipologie di cocktail?

Cerchiamo di scoprirlo insieme in questo articolo.

Cos’è il Gin?

Prima di addentrarci nell’argomento, è doveroso fare una piccola introduzione,in modo da poter comprendere meglio di cosa stiamo parlando.

Il Gin è una bevanda alcolica prodotta distillando alcool o mosto fermentato di cereali, quali frumento orzo e granoturco.

Questo distillato viene poi aromatizzato con ginepro, fiori, bacche  e altri componenti accuratamente selezionati dal mastro distillatore: le botaniche.

Alcuni cenni storici

Il Gin deve il suo gusto proprio alle bacche di ginepro, utilizzate in passato per le loro proprietà medicamentose nella cura di gotta e dispepsia.

Le origini risalgono al XIII secolo in Olanda e in Belgio ma,perché venga considerato un vero distillato, bisogna attendere il 1600 quando il dottor Sylvius ideò il Genever (Jenever), con alcool e oli essenziali di Ginepro.

La bevanda ebbe un successo incredibile come rimedio in medicina e, successivamente, divenne popolare nel Regno Unito grazie al condottiero olandese Guglielmo d’Orange che, attraverso alcuni Statuti, favorì la produzione di questa bevanda alcolica. Il Genever diventò Geneva e, infine, Gin.

Il Gin veniva molto usato anche dai soldati di stanza nelle colonie, dove era diffusa la malaria,poiché mascherava il sapore amaro del chinino.
Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla rinascita vera e propria del Gin con un’invasione di nuovi tipi della famosa bevanda, creati utilizzando botaniche sempre più insolite, quali la liquirizia (Roby Marton’s Gin) o il sale di Cervia (Gin Primo).

Attualmente il Gin è ritenuto uno dei distillati più raffinati e brillanti, al punto di poterlo degustare anche in purezza, oltre che miscelato con altri ingredienti nella preparazione di cocktails.

Come si produce il Gin?

Il Gin, come già detto, è un distillato derivato dalla fermentazione di cereali e aromatizzato con i botanicals,o botaniche,tra cui il ginepro (da cui deriva il nome della bevanda), fiori e bacche.

La produzione di Gin può avvenire utilizzando tre tecniche diverse: la distillazione, la percolazione e la macerazione. L’impiego di ognuno di questi metodi conferisce caratteristiche diverse al Gin.

Distillazione: esistono due metodi di distillazione: quello continuo e quello discontinuo.

Il primo prevede l’utilizzo di alambicchi specifici che permettono un alimentazione costante della materia prima, mentre con il secondo si usano lambicchi tradizionali disposti in serie tra loro. In questo modo, il distillato di un alambicco viene immesso in un altro e ridistillato. Questo procedimento facilita l’aumento della gradazione alcolica e della purezza del prodotto.

Percolazione: comporta l’utilizzo di un grande recipiente simile ad una “moka da caffe”; la parte bassa dello stesso viene riempita di soluzioni idroalcoliche, mentre al centro viene posto un cestello con erbe e ingredienti aromatici, portando la temperatura della soluzione idroalcolica a 50-60 gradi; i vapori raggiungono le erbe estraendone gli aromi ed andando ad aromatizzare la soluzione idroalcolica. Dopo due giorni, si estrae la soluzione idroalcolica dal recipiente.

Macerazione: questo metodo viene adottato quando si intende estrarre un  quantitativo maggiore di essenze aromatiche dalle radici o dalle erbe utilizzate. Queste ultime vengono poste direttamente nella soluzione idroalcolica contenuta in un recipiente, dove rimarranno per due settimane alla temperatura di 45-50 gradi.

La tecnica più importante utilizzata per la produzione del gin è sicuramente quella della distillazione, che consente di realizzare ad esempio il London dry Gin e il Plymouth Gin.

Un altro sistema, attualmente in uso, è quello del compounding, che prevede l’aromatizzazione di uno spirito neutro con almeno 96°. I Gin prodotti con questa tecnica sono caratterizzati dalla colorazione  del prodotto che ne deriva dall’infusione delle botaniche, a differenza degli altri che sono trasparenti.

Quanti tipi di categorie di Gin esistono?

La classificazione europea prevede quattro tipologie di Gin:

  • Gin(Compound Gin): in questo caso vengono aggiunti gli aromi a una soluzione contenente almeno il 96% di alcol. Durante il Proibizionismo era detto bathtub Gin gin della vasca da bagno. La tecnica di produzione consiste nel creare un composto (da qui il nome) a freddo, mescolando gli ingredienti tra di loro, senza distillazione. Anche in questo caso si possono aggiungere spezie, frutti o fiori o, ancora, erbe aromatiche al composto; per questo motivo i Compound Gin sono colorati e presentano lievi velature.
  • Gin distillato: ricavato dalla distillazione di uno spirito (contenente il 96% di alcol) con le bacche di ginepro e altri ingredienti. È praticamente un London Dry Gin che prevede l’aggiunta di altre botaniche alla fine del processo di distillazione. Queste vengono macerate nel Gin o aggiunte come alcolati ricavati dalla distillazione in alambicchi. Questo metodo ha consentito la produzione di Gin dai profumi e dai colori intensi come il rosa dei lamponi o il verde del basilico, cosa non possibile con la tecnica produttiva London, poiché le molecole del colore sono troppo pesanti per evaporare.
  • London Dry Gin: ha le stesse caratteristiche di quello distillato e non comporta l’aggiunta di aromi. Per la distillazione di questo prodotto viene usato il classico alambicco a colonna e le botaniche vengono macerate nell’alcol per non più di 24 ore; la gradazione alcolica del prodotto finale deve essere pari o superiore a 37,5° mentre quella massima è di 57°.
  • Plymouth Gin: è creato con lo stesso metodo del London Dry Gin ma la sua composizione include sette tipi di botanicals, tra i quali: ginepro, scorze di arancia, radice di iris, semi di coriandolo, scorze di limone, angelica e cardamomo che conferiscono freschezza e note aggrumate alla bevanda.
  • Old Tom Gin: si tratta della tradizionale bevanda vittoriana, antenata storica dei Gin odierni. Il problema dell’aroma intenso e del forte tasso alcolico è stato risolto aggiungendo dello zucchero.
  • Sloe Gin: è un liquore, non un Gin. In passato veniva usato come digestivo o come liquore da offrire agli ospiti in segno di benvenuto. Si partiva da un tradizionale London Dry a cui si aggiungevano prugne selvatiche (prugnolo) e zucchero. Oggi è prodotto da numerose distillerie.
  • British London Dry: si tratta di una definizione usata dagli Inglesi per distinguere il loro metodo produttivo dai London Dry di tutto il mondo; sono Gin meno pungenti, dal gusto più rotondo.
  • Contemporary Style Gin: sono detti così i prodotti realizzati utilizzando piante aromatiche inusuali, diverse da quelle tipiche del Gin. Sono consigliati per coloro che non amano particolarmente le note balsamiche dei Gin classici.
  • Traditional Style Gin: è il classico Gin nel quale prevale il profumo di Ginepro, ottenuto solo con alambicchi a caldo. Negli ultimi tempi sono stati prodotti Gin utilizzando esclusivamente bacche di Ginepro e seguendo i metodi tradizionali di metà Settecento. rotondo,  grazie ai tannini del legno delle botti, nelle quali rimangono al massimo un anno. 

Quali tipologie di botaniche vengono utilizzate per la base di un Gin?

Ultimamente, il Gin è talmente apprezzato che ne vengono prodotti i più svariati tipi utilizzando le botaniche più inusuali, quali ad esempio: papavero bianco, fiori di trifoglio, mirto di palude, foglie di loto, il pepe di Giava, ecc.

I maestri distillatori, infatti, sperimentano combinazioni sempre più interessanti, adoperando ingredienti meno comuni, in quanto, non essendo un prodotto specifico di un territorio, può essere creato con le botaniche dei più diversi luoghi.

Tra le botaniche usate più frequentemente, troviamo il coriandolo, l’anice, la liquirizia, il pompelmo, il sale di Cervia, il tè nero, bacche e fiori.

Queste permettono di esaltare e produrre diverse note organolettiche che ne conferiscono un sapore e un odore tipico.

In generale nei Gin Italiani come negli Internazionali ci sono alcune botaniche utilizzate come base per la produzione, vediamole insieme:

  • Ginepro: i suoi semi succosi (come generalmente si pensa) conferiscono al Gin il tipico sapore balsamico;
  • Coriandolo: dona al Gin note floreali e speziate o citrine, a seconda della provenienza dei semi;
  • Angelica: aggiunge sentori di terra e legno secco, donando secchezza alla bevanda;
  • Iris pallida: è una pianta che conferisce al Gin profumo di viola e di foglie fresche. Come se ciò non bastasse, questa pianta consente di legare insieme tutte le note aromatiche che caratterizzano un buon gin.

Quale Cocktail scegliere per degustare un buon Gin?

Il Gin tonic è un long drink tra i più famosi ed è preparato tradizionalmente con Gin, acqua tonica e ghiaccio, aggiungendo alla fine una fettina di limone ma, in alcune varianti, si può usare il pompelmo, il cetriolo o il lime. Va servito in un Tumbler alto o in un Balloon.

Questa è la versione classica del Gin tonic, ma ne esistono numerose varianti, soprattutto per quanto riguarda le decorazioni.

Tra le decorazioni più frequenti troviamo il Gin tonic con Angostura, quello con il cetriolo usato al posto della fetta di limone per aggiungere una nota di freschezza o quello con il pompelmo. Ci sono, poi, moltissime spezie da utilizzare per intensificare uno specifico gusto, come le bacche di ginepro, il pepe rosa, l’anice stellato, la vaniglia, lo zenzero e la cannella.

Tra i Gin più noti troviamo il Gin Vettore, il Gin Mare, il Monkey 47 SchwarzWald, l’Hendrick’s Gin.

Nella preparazione di un ottimo Gin tonic è molto importante tener conto delle botaniche del Gin, scegliendo l’acqua tonica appropriata senza l’aggiunta di aromi che possano creare contrasti non gradevoli al palato. 

Alcuni tipi di Gin territoriale distillato (Dry Gin)

Il gin oggigiorno viene prodotto in qualsiasi angolo del pianeta e non più solamente nelle sue patrie, Olanda e Inghilterra, ma quello che ne delinea la differenza è il simbolo di territorialità che esprime.

Di seguito ne citiamo alcuni:

  • D’oro Aged Gin: si tratta di un Gin invecchiato, realizzato con le botaniche tipiche della Sardegna e affinato nelle vecchie botti di castagno utilizzate in precedenza per conservare la Vernaccia Riserva. Emana un profumo di agrumi con sentori di cannella e vaniglia e, al palato, è ricco e morbido;
  • AmaGin: è il risultato eccellente dell’unione della passione per il vino e quella per il Gin. Nasce dall’infusione di uve del vino Amarone con l’aggiunta di gocce dello stesso vino dopo la distillazione che ne conferiscono al distillato il tipico colore rosato;
  • Gin Gil-Vecchio Magazzino Doganale (Calabria): un Gin a base di bergamotto, limone e, naturalmente, bacche di ginepro; particolare la versione con torbe della Sila;
  • Occitan Gin-Bordiga (Piemonte): si tratta di un raffinato London Dry Gin, caratterizzato dall’uso di timo serpillo, oltre che di ginepro alpino, cardo selvatico, cardamomo angelica;
  • Rivo Gin: Distilled Gin con botaniche strettamente raccolte nella zona del lago di Como e prodotto grazie all’ausilio dello stile “forage”;
  • Gin Primo: Distilled Gin con botaniche proveniente da coltivazioni romagnole che subiscono una distillazione in pot still a bagnomaria;
  • Ginepraio: un London Dry di tipo biologico con 3 tipologie di ginepro toscano, come pure le altre botaniche utilizzate ne fanno pregiare la tipologia totalmente certificata;
  • Gin Vettore – il gin dei sibillini: è un prodotto del territorio marchigiano, realizzato con 7 botaniche coltivate e raccolte nei Monti Sibillini. Presenta una spiccata armonia di sapori tipici del luogo, che lo rendono amabile al gusto se bevuto secco e adatto ad essere miscelato nella preparazione di molti cocktails.

Conclusioni

Sicuramente stiamo assistendo ad una vera rinascita del Gin assaggiato in purezza, oltre che pienamente rivalutato in vari tipi di cocktail. Questo successo è dovuto all’utilizzo di nuove botaniche, che, accostate al ginepro, consentono la riscoperta di audaci ed interessanti accostamenti. L’utilizzo di fiori, di spezie e di erbe insolite consentono di creare un bouquet oggi molto più vario ed accattivante per i palati di tutto il mondo.

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