Amaro e Bitter: Differenze, Storia, Tipologie e Abbinamenti

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Amaro e bitter sono due tipi di liquori spesso confusi a causa della somiglianza dei loro nomi e della traduzione del termine “bitter” in italiano come “amaro“. Nonostante le somiglianze nel gusto amaro, questi due liquori differiscono significativamente per origine, utilizzo e metodo di produzione. Approfondiamo le curiosità, differenze, tipologie e abbinamenti di amaro e bitter.

Storia e Origini di Amari e Bitter

Origini degli Amari

Gli amari hanno origini antichissime che risalgono all’epoca romana e greca, dove venivano utilizzati principalmente per scopi medicinali. Nel Medioevo, la produzione di amari fu adottata dai monasteri europei e utilizzata da diversi medici come rimedio erboristico. Solo in tempi più recenti l’amaro si è evoluto in una bevanda alcolica, diventando popolare come digestivo.

Origini dei Bitter

I bitter sono relativamente più recenti, risalenti al periodo coloniale americano. Questi infusi amari di erbe venivano inizialmente utilizzati per scopi medicinali e considerati una soluzione a molti mali. Con il tempo, i bitter si sono diffusi in Italia, influenzati dalla mixology americana, portando alla creazione di aperitivi e cocktail famosi in tutto il mondo.

Similitudini e Differenze tra Amari e Bitter

Definizione Legale e Contenuto Alcolico

Secondo la legislazione UE, amaro e bitter sono classificati in modi differenti basati sulla loro composizione e contenuto alcolico. In generale, gli amari tendono ad avere una gradazione alcolica inferiore rispetto ai bitter, rendendoli più adatti come digestivi. I bitter, invece, sono spesso utilizzati nella creazione di cocktail.

Proprio come nell’Antica Grecia, l’amaro mantiene ancora adesso la sua funzione di digestivo per cui viene spesso consumato liscio o con un cubetto di ghiaccio, mentre invece il bitter ha una diversa collocazione, in quanto viene spesso utilizzato come ingrediente per i cocktail.

Dal punto di vista invece del gusto, l’amaro ha un profilo molto più complesso e bilanciato mentre il bitter ha la tendenza a conservare un sapore più intenso e concentrato: ecco perché non viene infatti quasi mai consumato liscio.

Un’ultima distinzione viene infine dall’utilizzo degli ingredienti: mentre l’amaro nasce dall’utilizzo di una vasta gamma di spezie, erbe, radici e agrumi, il bitter si compone di botaniche più forti e pungenti come possono essere alcune erbe molto amare o perfino l’assenzio e la genziana.

I Diversi Metodi di Produzione

Se finora abbiamo parlato di sostanziali differenze tra amaro e bitter, possiamo invece dire che per quanto riguarda il metodo di produzione, i due liquori presentano numerose similitudini.

Entrambi sono infatti prodotti con un processo di infusione, macerazione e distillazione.

Anche le botaniche utilizzate sono molto simili, anche se possono poi variare in  base alla particolare ricetta del produttore e la tradizione del territorio. Di solito vengono comunque impiegate erbe, radici, spezie, agrumi e cortecce di diverso tipo, come radici di rabarbaro e genziana, scorze di limone e arancia, anice stellato e cardamomo.

Tendenzialmente queste botaniche conferiscono al liquore il classico sapore amaricante, che andrà poi variato in modi differenti a seconda della ricetta.

Grazie al processo di infusione e macerazione, è possibile quindi estrarre le proprietà delle botaniche, ma soprattutto il loro sapore, mentre la distillazione consente di creare una base alcolica pura, che sarà un’ottima base per il liquore.

I Diversi Tipi di Abbinamenti

Arrivati a questo punto, è ben chiaro quindi quanto amaro e bitter siano differenti l’uno dall’altro e quindi, di conseguenza, saranno differenti le loro capacità di abbinarsi a cocktail e cibi particolari.

Se l’amaro si presta più difficilmente ad essere abbinato ai pasti, in quanto viene spesso consumato per le sue proprietà digestive, il bitter può essere utilizzato anche come base per aperitivi e quindi adattarsi di più a finger food e snack, solitamente consumati durante un happy hour.

Questo non significa però che l’amaro si presti completamente e in modo assoluto ad essere consumato al di fuori dei pasti: sarà possibile infatti abbinarlo a un dessert proprio a conclusione del pasto.

Parlando sempre di abbinamenti, sebbene finora abbiamo detto che solitamente il bitter viene utilizzato come ingrediente dei cocktail, negli ultimi anni i cocktail moderni si stanno prestando sempre più a inserire dei loro ingredienti diverse tipologie di amari, proprio con lo scopo di dare più profondità ai drink, grazie al particolare profilo aromatico che alcuni di questi liquori possono dare.

Curiosità e Aneddoti

Proprio in virtù delle loro origini antiche, sia i bitter che gli amari presentano numerose storie affascinanti proprio legate alla loro creazione e utilizzo.

Sapevi ad esempio che il caratteristico colore rosso acceso, tipico dei bitter, fino a pochi decenni fa era ricavato dall’estratto di una cocciniglia? Questo piccolo insetto vive sulle pale dei Fichi d’India e ne occorrevano più di centomila per ottenere un solo chilo di colorante.

Adesso ovviamente il colore rosso viene ricavato tramite sintesi, così da soddisfare le esigenze di un mercato che richiede un maggior rispetto degli animali.

Riesci a immaginare una cena al ristorante senza poter gustare un sorso di amaro?

Sicuramente no, proprio perché questo liquore si è sedimentato nella mente e nel cuore degli italiani, tanto da rendere il nostro Paese uno dei maggiori produttori di amari al mondo.

La particolarità dell’amaro infatti sta nel modo in cui noi italiani abbiamo manipolato la sua ricetta: possiamo dire che esiste più di un liquore per ogni regione italiana, a testimonianza di quanto questo liquore sia amato, tanto da rendere l’Italia il paese con il più alto numero di ricette di Amaro.

Bitter del Redentore e Amaro Priora

Bitter del Redentore

Nato dal forte legame con il territorio locale, non esiste un bitter che sia maggiormente in grado di esprimere la tradizione dello stile italiano, del Bitter del Redentore.

L’etichetta del liquore è già di per sé esplicativa del carattere di Bitter del Redentore: la combinazione dei monti Redentore e il Pizzo del Diavolo immortalati da un’etichetta total black, a rappresentazione dell’emblematica lotta tra bene e male.

Se ti aspetti una lunga lista di ingredienti potresti rimanere deluso: la produzione di questo particolare bitter si basa sull’utilizzo di pochi ma semplici ingredienti, per dare a questo liquore un gusto deciso e unico.

Il colore rosso granato spicca nel bicchiere, mentre il palato è colpito da una miscela di botaniche dolci e amare: genziana, assenzio e timo Arancio si accostano l’un l’altro, dando a questo bitter il carattere balsamico, erbaceo e legnoso allo stesso tempo che rende il sapore unico nel suo genere.

Amaro Priora

Esiste un solo liquore che combina arte e miscelazione in una sola bottiglia: l’etichetta di Amaro Priora è interamente realizzata a mano e rappresenta elementi che richiamano il forte legame con la natura e la storia dei Monti Sibillini, di cui ne è l’emblema.

Dal gusto spiccatamente balsamico, l’Amaro Priora nasce da un’infusione alchemica-speziale di genziana, assenzio ed achillea, che sono la base della nota amaricante del liquore e che ci portano sin dall’inizio a fare un viaggio tra i boschi dei monti Sibillini.

L’aggiunta di menta dà invece quel tocco in più di freschezza al palato, rendendo Amaro Priora un liquore dalle spiccate capacità digestive, da gustare proprio alla fine dei pasti.

Ma la vera sorpresa in realtà arriva dall’utilizzo della resina di pino che, miscelata con il ginepro appenninico – tipico dei monti Sibillini – dona all’amaro una nota balsamica unica nel suo genere.

Conclusione

Amaro e bitter rappresentano due facce della stessa medaglia: simili botaniche e metodi di produzione, ma con origini, ricette e tradizioni molto differenti. Che tu preferisca un amaro dopo cena o un bitter in un cocktail, il carattere amaricante di questi liquori saprà conquistarti.

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